sabato 3 luglio 2010

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Il sole dietro la collina

Ci sono due tipi di dolore: il primo è quello che ci procurano gli altri, il secondo è quello che ci auto procuriamo. Nel primo caso per quanto forte sia il dolore, sarà sempre indipendente dalla nostra volontà, perciò meno intenso, perchè porta alla rassegnazione.
Il secondo dolore invece, essendo causato dalla nostra volontà, può diventare lacerante, perchè investe anche la parte più razionale e al contempo emozionale di noi: la facoltà di scelta. Siamo condannati a scegliere, diceva Sartre. E quando una scelta è troppo dolorosa da portare avanti, il nostro istinto di sopravvivenza ci dice che è sbagliata. Spesso però, per quanto una scelta sia lacerante, dolorosa, sofferta, ingiusta, è necessaria. E può essere necessaria per noi o per qualcun altro.
L'unica speranza che ci fa continuare a perseguire la nostra scelta, in questi casi, è quella di vederla trasformarsi in felicità, per noi e per gli altri.
Così come l'unica speranza che ci fa prendere medicine disgustose è il fatto che ci possano far stare bene.
Quindi, nel dolore atroce e nel limbo dell'insicurezza, mi aggrappo con tutte le mie forze a questa speranza.
Spero con tutta me stessa che dietro la collina ritrovi il sole, il mio sole però, l'unico che può scaldarmi e illuminare le mie giornate.
E se lo ritroverò il mio sole, se lo ritroverò in fondo al mio cuore, correrò verso di lui, a costo di essere persuasa dal suo fuoco.
La collina ora però va scalata. E ci vuole tanto coraggio e forza per non mollare la presa.