venerdì 3 giugno 2011

Pasolini - La ricotta (1963)


Il dsicorso del regista, Orson Wells, diretto al giornalista "Uomo medio" potrebbe calarsi perfettamente nella nostra realtà. Dopo cinquant'anni, Pasolini si è dimostrato un preveggente.

Ecco alcuni stralci del discorso:

Giornalista:"Che cosa vuole esprimere con questa sua nuova opera?"
Regista:"Il mio intimo, profondo, arcaico cattolicesimo."
G:"Che cosa ne pensa della società italiana?"
R:"Il popolo più analfabeta, la borghesia più ignorante d'Europa."
G:"Che cosa ne pensa della morte?"
R:"Come marxista è un fatto che non prendo in considerazione"


Poi il Regista recita la poesia "10 Giugno", per manifestare l'impossibilità dell'arte di realizzarsi nell'orizzonte contemporaneo, e conclude il confronto, stroncando così l'inebetito giornalista:

"Lei non ha capito niente perché lei è un uomo medio: un uomo medio è un mostro, un pericoloso delinquente, conformista, razzista, schiavista, qualunquista. Lei non esiste... Il capitale non considera esistente la manodopera se non quando serve la produzione... e il produttore del mio film è anche il padrone del suo giornale... Addio."


No, vabè, geniale.

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